Quale è la differenza tra DPI e DPC e normative di riferimento
Lavorare in ambienti ad alto rischio, come cantieri edili, impianti industriali o tetti, comporta insiti rischi per la sicurezza dei lavoratori. Per mitigarli, sono stati sviluppati numerosi dispositivi di protezione collettiva (DPC) e individuale (DPI), progettati specificamente per prevenire le cadute. Tuttavia, affinché i DPI siano effettivamente efficaci, è fondamentale sottoporli a una manutenzione regolare e a ispezioni periodiche.
In questo articolo di Trentino Sicurezza, approfondiremo l'importanza della manutenzione e delle ispezioni periodiche dei DPI di terza categoria anticaduta, analizzando le normative di riferimento e i corsi di formazione necessari per un corretto utilizzo.
DPC e DPI: qual è la differenza e quando utilizzarli
È importante distinguere tra DPC (Dispositivi di Protezione Collettiva) e DPI (Dispositivi di Protezione Individuale). I DPC sono dispositivi che proteggono collettivamente tutti i lavoratori presenti in un'area, come i parapetti e le reti di sicurezza. I DPI, invece, sono destinati alla protezione individuale di chi li indossa, come scarpe, imbracature, caschi e assorbitori di energia.
In generale, i DPC dovrebbero essere utilizzati come prima linea di difesa, poiché proteggono più lavoratori contemporaneamente.
Trentino Sicurezza è specializzata nella consulenza su quando e come utilizzare questi dispositivi, garantendo che ogni intervento sia eseguito nel rispetto delle normative e della massima sicurezza. Scegliere un fornitore affidabile significa avere la certezza di acquistare prodotti di alta qualità e di ricevere un servizio di assistenza completo, che include la formazione e la consulenza tecnica.
Manutenzione di linee vita e DPI di terza categoria anticaduta
La manutenzione dei DPI di terza categoria anticaduta, così come dei dispositivi anticaduta, è fondamentale per garantire la sicurezza dei lavoratori in quota. Questi dispositivi possono essere sottoposti a condizioni di lavoro estreme, che possono comprometterne l'integrità e l'efficacia nel tempo. Pertanto, è essenziale che vengano ispezionati regolarmente da personale qualificato.
Ecco alcuni dei motivi per cui la manutenzione è così importante:
- Usura dei materiali: con l'utilizzo, i materiali dei dispositivi si usurano e possono perdere le loro proprietà meccaniche;
- Danni accidentali: i dispositivi possono subire danni a causa di urti, abrasioni o altri fattori esterni;
- Invecchiamento: anche i dispositivi nuovi sono soggetti a un processo di invecchiamento che può comprometterne le prestazioni nel tempo;
- Conformità alle normative: le normative vigenti impongono obblighi specifici in materia di manutenzione dei dispositivi di protezione collettiva.
La frequenza delle ispezioni dipende dal tipo di dispositivo e dall'intensità dell'uso, ma generalmente si consiglia almeno una verifica annuale, come previsto dalle normative vigenti. Oltre alle ispezioni regolari, è importante effettuare controlli straordinari ogni volta che un DPI subisce un impatto o viene utilizzato in condizioni particolarmente gravose.
Affidarsi a un'azienda specializzata come Trentino Sicurezza per queste operazioni garantisce che i dispositivi siano sempre in condizioni ottimali.
Le attività di manutenzione per i DPI di terza categoria anticaduta
Le attività di manutenzione dei DPI di terza categoria anticaduta sono essenziali per garantire la sicurezza e l'efficacia di questi dispositivi. La manutenzione inizia con un'ispezione visiva, in cui si controllano attentamente tutte le parti del DPI per rilevare segni di usura, danni, corrosione, abrasioni o altre anomalie.
Oltre a questo, è cruciale una verifica funzionale delle parti mobili per assicurarsi che tutto funzioni correttamente. Se si riscontrano danni o malfunzionamenti, è necessario sostituire immediatamente i componenti danneggiati.
Infine, ogni ispezione deve essere documentata accuratamente, includendo la data, l'operatore responsabile e gli interventi eseguiti, per garantire la tracciabilità e il rispetto delle procedure di sicurezza.
Normative di riferimento per i DPI di terza categoria anticaduta
L'utilizzo dei DPI di terza categoria anticaduta è regolamentato da normative specifiche che definiscono i requisiti di progettazione, produzione, marcatura e utilizzo. In Italia, le principali normative di riferimento sono:
- UNI EN 365: specifica i requisiti generali per le istruzioni d'uso, la manutenzione, la marcatura e l'imballaggio dei dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto. Include anche le linee guida per l'ispezione periodica e la revisione dei DPI. La norma sottolinea l'importanza di una corretta documentazione e di istruzioni chiare per garantire la sicurezza dell'utilizzatore, stabilendo che tutti i DPI devono essere accompagnati da manuali dettagliati e facilmente comprensibili;
- UNI EN 358: definisce i requisiti essenziali di sicurezza per le imbracature destinate al posizionamento sul lavoro e alla trattenuta. La norma specifica i criteri di progettazione, costruzione, marcatura e informazioni che il produttore deve fornire. L'EN358 garantisce che le imbracature siano in grado di sostenere l'operatore in sicurezza, distribuendo le forze di carico in modo uniforme sul corpo e prevenendo lesioni in caso di caduta o perdita dell'equilibrio;
- UNI EN 361: specifica i requisiti essenziali di sicurezza per le imbracature progettate per arrestare una caduta dall'alto. Le imbracature conformi a questa norma sono dotate di elementi elastici o ammortizzatori che dissipano l'energia cinetica, limitando così le forze che agiscono sul corpo dell'operatore. La EN361 definisce i criteri di resistenza, i test da effettuare e le informazioni che devono essere riportate sulla marcatura del prodotto;
- UNI EN 136: definisce i requisiti essenziali di sicurezza per le maschere a pieno facciale utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Queste maschere, coprendo completamente il viso, proteggono l'operatore dall'inalazione di sostanze nocive presenti nell'aria. La norma specifica i criteri di progettazione, costruzione e marcatura, garantendo che le maschere offrano una tenuta ermetica al viso, una bassa resistenza respiratoria e un ampio campo visivo. Inoltre, la EN 136 stabilisce i test da effettuare per verificare la compatibilità delle maschere con i filtri e le cartucce filtranti, assicurando così una protezione efficace contro i diversi tipi di contaminanti. È importante sottolineare che la scelta della maschera a pieno facciale dipende dal tipo di rischio a cui è esposto l'operatore e dalle caratteristiche specifiche del luogo di lavoro;
- UNI EN 149: specifica i requisiti minimi per le semimaschere filtranti antipolvere utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie, ad eccezione di quelle destinate alla fuga. Queste semimaschere, che coprono naso e bocca, proteggono l'operatore dall'inalazione di particelle solide o liquide presenti nell'aria. La norma definisce le classi di protezione (FFP1, FFP2 e FFP3) in base al livello di filtrazione richiesto e stabilisce i test da effettuare per verificarne l'efficienza. Inoltre, la EN 149 indica i requisiti relativi alla tenuta al viso, alla resistenza alla penetrazione e alla respirabilità delle semimaschere. È importante sottolineare che la scelta della semimaschera filtrante dipende dal tipo di particelle presenti nell'ambiente di lavoro e dalla concentrazione di queste particelle;
- UNI EN 405: specifica i requisiti per le semimaschere filtranti dotate di valvola e di filtri antigas o combinati, utilizzati come dispositivi di protezione delle vie respiratorie, ad eccezione di quelli destinati alla fuga. La norma definisce i requisiti prestazionali, i metodi di prova e i requisiti per la marcatura, garantendo che le semimaschere offrano una protezione efficace contro una vasta gamma di contaminanti atmosferici. È importante sottolineare che la scelta della semimaschera EN 405 dipende dal tipo di sostanze chimiche presenti nell'ambiente di lavoro e dalla loro concentrazione;
- UNI EN 1731: specifica i requisiti essenziali di sicurezza per i protettori degli occhi e del viso, utilizzati come dispositivi di protezione individuale (DPI). Questi dispositivi sono progettati per proteggere gli occhi e il viso da rischi meccanici, come l'impatto di particelle volanti, schizzi di liquidi e radiazioni non ionizzanti. La norma definisce i materiali, la progettazione, i requisiti prestazionali, i metodi di prova e i requisiti per la marcatura, garantendo che i protettori offrano una protezione adeguata in diverse condizioni di lavoro. È importante sottolineare che la scelta del protettore dipende dal tipo di rischio specifico a cui è esposto l'operatore.
Tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) di terza categoria devono obbligatoriamente essere marcati CE. Questa marcatura rappresenta una dichiarazione del fabbricante che il prodotto è conforme ai requisiti essenziali di sicurezza e salute previsti dalla normativa europea.
Formazione teorica e pratica per l'utilizzo dei DPI
L'utilizzo corretto dei DPI di terza categoria anticaduta richiede una formazione adeguata, sia teorica che pratica, previste dal Dgs. 81/2008 Titolo I sez. IV art 37 comma 1 e 3. La formazione teorica fornisce le conoscenze necessarie per comprendere le caratteristiche dei dispositivi, le norme di sicurezza e le procedure operative. La formazione pratica, invece, permette ai lavoratori di acquisire le competenze necessarie per indossare, utilizzare e garantire la corretta manutenzione dei DPI.
Trentino Sicurezza organizza regolarmente corsi di formazione specifici per l'utilizzo dei DPI di terza categoria anticaduta, tenuti da istruttori qualificati. Per restare informato puoi visitare la pagina: https://www.trentinosicurezza.it/corsi/dpi/