Perché sembra tanto complicato prendersi cura di chi lavora?
Partendo dal presupposto errato che mettersi in sicurezza richieda tanto tempo – in realtà parliamo di secondi o pochi minuti al massimo -, ci sono persone che per risparmiare tempo decidono di lavorare in condizioni di pericolo, mettendo a repentaglio la propria vita.
In questo approfondimento abbiamo deciso di tornare ad occuparci di un tema di fondamentale importanza, ossia quello della sicurezza sul lavoro. Siamo sempre lieti ed onorati di presentarVi le nostre proposte per quanto riguarda DPI e sistemi di sicurezza, ma sentiamo la responsabilità, in quanto attori protagonisti su questo palcoscenico, di trasmettere un messaggio educativo, di gettare le basi per un futuro migliore per quanto riguarda il tema della sicurezza, e non solo per quanto riguarda la caduta dall’alto, fiore all’occhiello di Trentino Sicurezza.
Il tema (spinoso) della sicurezza sul lavoro
Analizzando i dati relativi agli incidenti sul lavoro in Italia, quello che si apre di fronte ai nostri occhi è uno scenario sostanzialmente drammatico, per dipingere la realtà nuda e cruda, senza mezzi termini. E non è un caso che da anni anche la politica abbia deciso di puntare i riflettori su questo tema, con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel corso degli ultimi anni ha speso parole importanti sull’argomento, invitando tutti gli addetti ai lavori ad una presa di coscienza. E proprio questo sembra essere un punto chiave di questo argomento.
La sicurezza dei lavoratori è un obbligo
Potremmo spendere pagine e pagine a parlare della mancanza dei controlli sul territorio da parte delle autorità competenti, che potrebbero stringere le maglie della sorveglianza sui cantieri aperti e sulle società, ma che senso avrebbe concentrarsi su questo? Dando per assodato il fatto che si potrebbe (e forse dovrebbe) fare di più dal punto di vista dei controlli, riteniamo che il nostro compito sia quello di fornire una risposta costruttiva, una soluzione al problema. E il problema, in fondo, qual è? Sicuramente la poca educazione sul tema.
In primo luogo, la sicurezza sul lavoro viene vista come opzionale mentre troppe volte ci dimentichiamo che si tratta di un obbligo. La legge parla chiaro e la normativa vigente è stringente, al punto che prevede la messa in sicurezza degli edifici già in fase di progettazione. Ogni edificio, quindi, dovrebbe rispondere a precisi criteri relativi alla sicurezza sul lavoro. La sicurezza dei lavoratori, quindi, è un obbligo, non un qualcosa in più, non un valore aggiunto. Un obbligo.
(Quasi) tutta una questione psicologica…
Ma perché il progettista di turno e il datore di lavoro di turno decidono di non mettere in sicurezza il posto di lavoro come vorrebbe la normativa? Nella maggior parte dei casi per leggerezza. L’idea è che procedere secondo le normative e mettere in sicurezza i lavoratori sia un’attività particolarmente dispendiosa in termini di tempo. E visto che il tempo è denaro, si taglia sulla sicurezza senza rendersi conto che in questo modo si gioca con la salute quando non addirittura con la vita delle persone. Ci sono anche casi in cui si decide di mettere la sicurezza da parte per motivi prettamente economici, e qui più che di ignoranza dovremmo parlare di stupidità.
Lo stesso discorso si applica, purtroppo, anche ad alcuni lavoratori. Partendo dal presupposto errato che mettersi in sicurezza richieda tanto tempo – in realtà parliamo di secondi o pochi minuti al massimo -, ci sono persone che per risparmiare tempo decidono di lavorare in condizioni di pericolo, mettendo a repentaglio la propria vita. Il tutto per una questione psicologica, una falsa convinzione che è nostro dovere scardinare. Nel minor tempo possibile. Perché si tratta di un’urgenza? Perché queste errate convinzioni costano ogni anno dalle 350 alle 400 vittime sul posto di lavoro per caduta dall’alto, ossia un terzo dei morti sul lavoro – dati INAIL –.