Salvatore Ruocco (Trentino Sicurezza) da Safety Expo: “La sicurezza sul lavoro non è business, è una missione”

Salvatore Ruocco (Trentino Sicurezza): "Sicurezza sul lavoro? Italia ai vertici per quanto riguarda il punto di vista tecnico e legislativo".

In occasione della partecipazione a Safety Expo abbiamo raccolto le impressioni, il punto di vista e le idee di Salvatore Ruocco, Amministratore di Trentino Sicurezza e imprenditore che ha fatto della sicurezza sul lavoro una vera e propria missione.

Iniziamo da una riflessione: a che punto è l’Italia per quanto la sicurezza sul lavoro e che significato ha una fiera come Safety Expo.

Dal punto di vista tecnico e dal punto di vista legislativo, l’Italia è molto avanti. Una Fiera come questa serve a dimostrare quanto avanti sia il nostro Paese nell’aspetto della produzione riguardo alla ricerca della sicurezza nel mondo del lavoro. Su questi aspetti direi che siamo molto vicini al vertice, soprattutto come normative, perché le normative già prevedono molta tutela per i lavoratori.

Il problema, dal mio punto di vista, è di natura diversa; il problema è legato al fatto che la sicurezza è sempre stata vista come un costo e non come un valore o un’opportunità. Questo da tutti quanti, dal datore di lavoro e dai lavoratori stessi. La sicurezza sul posto di lavoro è considerata come una perdita di tempo; indossare un imbrago e andare su una copertura significa impiegare trenta, sessanta secondi in più, però potersi collegare con questo imbrago e un cordino ad un punto di ancoraggio che dovresti trovare su una copertura consente di andare a lavorare serenamente e altrettanto serenamente rientrare a casa la sera. Invece, come vediamo anche dai dati dell’Inail, ogni anno muoiono 400, 500 persone per cadute dall’alto perché non sono protette. Siamo all’assurdo.

Questa Fiera è una Fiera di presentazione; si presentano i dispositivi, dispositivi fatti bene, funzionali ed esteticamente belli. Il problema è legato al fatto che chi dovrebbe mettersi in sicurezza non lo fa per mancanza di cultura. Dobbiamo cambiare il paradigma, si tratta di cambiare la cultura e per farlo c’è bisogno che ci sia più controllo. Ci vorranno anni, probabilmente decenni, ma cambiare paradigma è necessario. In Italia abbiamo le migliori leggi in Europa, probabilmente nel mondo, però poi vediamo persone che lavorano come fossero Tarzan, esposte a rischio caduta. La Fiera offre una panoramica sui prodotti ma bisognerebbe fare cultura perché se ne fa poca al momento. Il problema non è il prodotto ma la volontà di utilizzarlo.

Come nasce il desiderio e la voglia di mettersi in gioco in un campo complicato anche e soprattutto dal punto di vista culturale?

Questo desiderio nasce dal fatto che io sin da bambino ho sempre amato le sfide importanti e mi sono ritrovato, per questioni lavorative, a dover affrontare, molti anni fa, la necessità di mettere in sicurezza alcune coperture per una grossa realtà di livello internazionale. Io sono impazzito nel tentativo di trovare una soluzione. Ci ho messo più di un mese e l’ho trovata in Inghilterra. Eravamo alla fine degli anni ’90. Siccome il mio desiderio era quello di avviare una realtà mia, trovando tutte queste difficoltà a trovare soluzioni sul territorio nazionale per quanto concerne la sicurezza sul lavoro, allora ho deciso di aprire un’azienda nel settore della sicurezza perché era una necessità.

Io stesso vedevo mio padre che saliva sul tetto di casa sua a mettere a posto l’antenna dopo una notte di vento e rischiava la pelle, mi sono detto ‘forse se ha bisogno di sicurezza una realtà internazionale ne ha bisogno anche mio padre e se ne ha bisogno mio padre forse ne hanno bisogno anche gli altri’. E così è nata Trentino Sicurezza. Abbiamo dovuto bagnare molta terra ovviamente, poi nel corso di questi ventuno anni le cose sono cambiate notevolmente in meglio anche se le persone, la maggioranza almeno, sono lontane dal considerare la sicurezza come un valore fondamentale per la propria vita.

Trentino Sicurezza nasce da una necessità e poi si è trasformata in una missione, c’è una responsabilità morale, non si tratta solo di vendere un prodotto, giusto?

Per me sì. Io ho rinunciato molte volte a delle forniture che non avevano a che fare con la sicurezza ma erano solo fumo negli occhi per fare fatturato. Io mi rifiuto di fare certe cose e questa mentalità guida Trentino Sicurezza. Poi c’è da considerare che i nostri risultati sono legati a quello che facciamo e come lo facciamo. Noi stiamo avendo grandi risultati e questo significa che quello che facciamo e come lo facciamo evidentemente piace.

Prospettive e obiettivi per il futuro?

Le prospettive sono ottime. L’obiettivo è quello di coinvolgere molti più giovani all’interno della nostra struttura sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista personale, e affidare a loro il proseguimento di questo tipo di attività. Gli anni passano e il futuro è nelle mani dei giovani, che non è vero che sono nullafacenti. Si tratta solo di trovare la chiave giusta.

Per ulteriori informazioni su Trentino Sicurezza e sull'impegno della realtà nel settore della sicurezza sul lavoro, visita il sito internet.

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